“Non esistono malattie ma malati, cioè un dato modo di ammalarsi proprio di ciascuno, corrispondente alla sua profonda individualità somatica, umorale e psicologica. La grande abilità del medico è quella di riuscire a comprendere, o meglio a intuire, la personalità fisiologica di ciascun paziente.”
In un contesto in cui le trasformazioni che stanno investendo le Organizzazioni sanitarie si fanno sempre più pressanti, sia dal punto di vista economico che sul fronte della qualità delle prestazioni erogate, è richiesto un forte impegno di tutte le risorse professionali nel difficile tentativo di conciliare i progressi in campo medico, scientifico e tecnologico ed il processo di umanizzazione delle cure e di attenzione agli aspetti psicologici e relazionali della persona malata.
La carenza di umanizzazione è un tema forte anche nelle segnalazioni dei presunti errori medici: spesso questi non si rivelano casi di malasanità ma sono il frutto di una cattiva comunicazione e di un rapporto conflittuale tra cittadini e personale sanitario.
L’umanizzazione dell’assistenza investe numerosi ambiti: significa prendere in carico il cittadino nel percorso di cura, curare la relazione tra professionisti sanitari e pazienti e familiari, prestare attenzione al comfort degli ambienti e ai processi organizzativi vicini alle esigenze dei cittadini, assicurarsi la trasparenza e l’accessibilità delle informazioni nonché la partecipazione civica quale contributo al buon andamento della qualità dei servizi e dei processi organizzativi.
Tenuto da: DOTT. GUIDO SCOPECE (guido.scopece@libero.it)
Relatori: DOTT. GUIDO SCOPECE
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Bari
(BA)